Per il tribunale amministrativo regionale non si può comprimere eccessivamente il diritto degli studenti a tornare a scuola. Ma se l’Emilia Romagna dovesse diventare zona rossa, allora la Dad sarebbe obbligatoria.
Eccessiva, immotivata e ingiustificata. Sono queste le motivazioni con cui il Tar, tribunale amministrativo regionale, ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza del presidente dell’Emilia Romagna sulla scuola. In particolare, Stefano Bonaccini aveva disposto la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori fino al 23 gennaio. Ma il tribunale ha ritenuto che questa scelta comprimesse troppo il diritto degli adolescenti a frequentare di persona la scuola.
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Cosa succederà ora
I presidi si sono detti pronti a partire con le lezioni in presenza lunedì 18 gennaio, secondo quanto riportato da Il Resto del Carlino. E potrebbero perciò ripartire con il 75% degli studenti, anche perché sono già stati predisposti i piani di sicurezza in tal senso. Ma c’è un’incognita. Se l’Emilia Romagna finisce il zona rossa, e la decisione sarà presa domani, allora la Dad sarà obbligatoria.
Il precedente della Lombardia
Una decisione simile a quella del Tar dell’Emilia Romagna era stata presa ieri dal Tar della Lombardia. Oggetto della controversia era lo stesso: l’ordinanza della Regione con cui il presidente Attilio Fontana aveva disposto la Dad (didattica a distanza) al 100% per tutte le scuole secondarie fino al 24 gennaio. Con la sentenza con cui ha accolto il ricorso del comitato ‘A scuola’, il tribunale ha considerato il provvedimento della Regione “contraddittorio e irragionevole”. Ma la decisione si limita alle misure fino al 15 gennaio, quindi dal 16 la Regione sarà libera di decidere. E se venerdì la Lombardia diventerà zona rossa, allora la Dad sarà prevista obbligatoriamente per tutte le scuole.
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Occupati due licei a Milano
Continuano le proteste nel capoluogo lombardo contro la Dad. Dopo il liceo classico Manzoni, dove gli studenti erano entrati il 12 gennaio, a Milano sono stati occupati altri due istituti. Si tratta del liceo classico Tito Livio e di quello scientifico Severi-Correnti. Le iniziative sono state portate avanti da collettivi studenteschi che chiedono il ritorno nelle scuole.