Un gruppo di esperti dell’OMS è approdato a Wuhan per effettuare una serie di ricerche sulla vera origine del Covid-19, due sono rimasti bloccati a Singapore perché positivi.
Chi pensava che l’allarme Coronavirus in Cina fosse ormai concluso è destinato a ricredersi. Pur avendo contorni decisamente differenti da quelli che si stanno verificando nel resto del mondo, proprio ieri c’è stata una nuova vittima, la prima a distanza di otto mesi dall’ultimo caso. L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) non vuole però lasciare niente di intentato ed è impegnata in prima linea non solo per cercare di trovare cure efficaci che possano incidere in maniera significativa sul numero dei morti, ma anche per individuare quale possa essere stata l’origine del Covid-19.
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Wuhan, la città dove si sono riscontrati i primi casi, è ormai diventata anche tropo nota alle cronache, continua a essere cauta, convinta che il peggio non sia ancora del tutto passato. Proprio per questo nelle ultime ore qui sono arrivati un gruppo di esperti pronti a proseguire il loro lavoro di indagine. Tra i 17 ricercatori, due si sono dovuti fermare a Singapore in quanto risultati positivi al test.
Esperti Oms in Cina: le nuove direttive da seguire
Come da protocollo, essendo stati trovati due positivi tra i ricercatori dell’Oms, gli altri 15 dovranno seguire la fase di isolamento. Parliamo di 2 settimane di quarantena a Wuhan per prevenire i contagi tra il personale scientifico cinese.
I ricercatori potranno comunque seguire il lavoro con videoconferenze, attraverso le quali rimarranno in contatto con i ricercatori cinesi per le due settimane di quarantena.
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L’impegno da svolgere da parte dei ricercatori è quanto mai cruciale in questo momento. Proprio nelle ultime ore, infatti, la Cina ha annunciato un nuovo lockdown che coinvolgerà complessivamente ben 28 milioni di persone a causa di diversi focolai che sono stati riscontrati. La situazione più critica è quella che coinvolge la provincia di Hebei.
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