Le ultime sulla crisi di governo, iniziata virtualmente ieri con le dimissioni annunciate dai tre ministri di Italia Viva.
Salito nel pomeriggio al Quirinale, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha espresso la volontà di dare le comunicazioni alle Camere per un “indispensabile chiarimento politico”. È questo quanto emerge dall’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E a renderlo noto è proprio un comunicato del Colle.
La richiesta di riferire alle Camere era stata già avanzata da diversi gruppi parlamentari stamattina. E il presidente della Camera Roberto Fico, durante la seduta, aveva detto che avrebbe contattato Conte per riferirglielo. Sul piede di guerra il centrodestra, che aveva attaccato: “Conte venga subito a riferire in Aula.
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Nel frattempo, il presidente della Repubblica ha firmato il decreto con il quale, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, vengono accettate le dimissioni delle due ministre di Italia viva. L’incarico sarà assunto in questo periodo da Conte, in attesa che si trovi una soluzione.
Quali scenari dopo la crisi di Governo?
Per il momento Conte non ha ancora dato le dimissioni. E in questa fase sono diverse le possibilità che si affacciano con la crisi politica.
1. Conte Ter con i responsabili
Per “responsabili” si intendono tutti quei senatori che non fanno attualmente parte della maggioranza, ma che potrebbero sostenere il premier. Il nodo è principalmente al Senato: perché è qui che Renzi conta 18 senatori. Se Conte trova tra gli ex 5 stelle, centristi o forzisti qualcuno che lo possa appoggiare, allora potrà andare avanti.
2. Cambio di premier, ma alleanza uguale
Che sia diventata una battaglia personale tra Renzi e Conte sono molti a pensarlo. Se l’attuale presidente del Consiglio si facesse da parte e dovesse emergere una nuova maggioranza intorno a un nuovo premier, allora si potrebbe mantenere la stessa alleanza tra M5S e Pd.
3. Governo istituzionale
Sarebbe il governo di unità nazionale, appoggiato da tutti i partiti. Chi potrebbe guidarlo? Tra i nomi ci sono quelli dell’economista Carlo Cottarelli, quello dell’ex presidente della Consulta Marta Cartabia e infine dell’ex governatore della Bce Mario Draghi. Ma è un’ipotesi che si concretizzerebbe solo nel caso in cui la crisi diventasse irrecuperabile.
4. Al voto
È l’ipotesi più remota, ma anche quella che i leader del centrodestra vorrebbero. Le urne sono però osteggiate da tutti quei deputati e senatori che non verrebbero rieletti, soprattutto dopo il taglio dei parlamentari. C’è poi anche la situazione contagi che sconsiglierebbe di andare al voto. Ma in America, ad esempio, la pandemia non ha fermato le elezioni.