Importante svolta per Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La Cassazione ha accettato il suo ricorso. La difesa potrà avere accesso ai reperti.
Sono omai trascorsi quasi sette anni da quando Massimo Bossetti si trova in carcere con l’accusa di avere ucciso Yara Gambirasio, scomparsa dalla sua casa di Brembate di Sopra il 26 novembre 2010 e ritrovata senza vita in un campo esattamente tre mesi dopo. Il muratore, condannato all’ergastolo in tutti i grandi di giudizio, ha più volte ribadito la sua innocenza, ma questo non è riuscito a convincere i giudici che hanno emesso la sentenza. L’opinione pubblica appare però divisa, anche in merito a quella che è stata considerata la “prova regina”. Ol suo DNA, ritrovato sugli slip della ragazzina, sembra infatti non convincere del tutto. Le richieste avanzate dalla difesa di rifare la prova sono però sempre cadute nel vuoto.
Nonostante a livello giuridico la vicenda possa considerarsi conclusa, gli avvocati dell’uomo non si arrendono e lavorano da tempo a una possibile riapertura del caso. E proprio ora sembra emergere un piccolo spiraglio, anche se appare ancora prematuro per pensare che la situazione possa cambiare. la Cassazione ha infatti finalmente accolto il ricorso che era stato presentato dai legali che chiedevano di poter avere accesso ai reperti, in modo tale da poter eseguire nuove indagini.
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La Cassazione accoglie il ricorso di Massimo Bossetti: il caso Yara può riaprirsi?
La decisione presa dalla Cassazione appare certamente inaspettata, visto che il Tribunale aveva inizialmente dichiarato inammissibile la richiesta che era stata avanzata dai legali di Massimo Bossetti. Al momento non si sa ancora cosa abbia spinto la Suprema Corte a modificare la sentenza precedente. Ogni aspetto sarà chiarito non appena saranno rese note le motivazioni.
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Questo rappresenta certamente un passo importante, che alimenta le speranze dell’uomo, che si è detto fiducioso che la situazione possa cambiare. “Mi auguro finalmente che prevalga la giustizia” – sono state le parole del carpentiere di Mapello, che si trova rinchiuso da qualche mese nel carcere di Bollate.