Il lockdown ha avuto effetti di vario tipo sulle nostre vite. A distanza di mesi dal primo confinamento ripercorriamo alcune delle sue conseguenze su società e persone.
La pandemia di Coronavirus, volente o nolente, ci ha cambiato la vita. Oltre lo smartworking, il distanziamento sociale, il calo dell’occupazione, l’impoverimento, c’è altro. Le conseguenze dei mesi che abbiamo passato rinchiusi si fanno sentire; vediamo cosa è cambiato.
Le relazioni sono state messe a dura prova. Non solo le coppie che hanno dovuto per la prima volta sperimentare la distanza fisica, ma anche quelle che, abituate a vedersi poco nel trantran della vita quotidiana, si sono ritrovate insieme 24 su 24. I divorzi post lockdown sono aumentati vertiginosamente e le procedure, in alcuni casi, sono diventate più veloci e online.
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Un applauso ai più virtuosi che nei lunghi giorni di quarantena si sono buttati a capo fitto sullo sport. Altri, molti, si sono buttati sul divano, con ogni tipo di schifezza a portata di mano. O si sono fiondati in cucina e si sono improvvisati chef. La spesa per prodotti alimentari è aumentata del 18% soprattutto per il così detto confort food; non è andata poi troppo male se pensiamo che l’aumento di peso medio in questo periodo in Italia è stato di soli 2kg. Non che le palestre chiuse e le nuove restrizioni ci stiano aiutando molto a riperderli.
Stare rinchiusi in casa, senza poter uscire, magari anche soli, bombardati continuamente da notizie ogni giorno peggiori, non ha fatto piacere a nessuno. Ma ha colpito qualcuno più duramente di altri. Si stima che l’85% dei giovani abbia sofferto in lockdown di ansia e depressione. Coloro che soffrivano già di disturbi li hanno visti peggiorare a causa della situazione e della difficoltà di accesso ai supporti psicologici. Anche i bambini hanno sofferto le conseguenze della quarantena con aumento di irritabilità e ansia e disturbi del sonno.
Quando è arrivata l’ora di uscire di casa, le cose non sono andate meglio e siamo stati colpiti dalla sindrome della capanna. Una voglia irrefrenabile di continuare a stare al sicuro nel nostro rifugio, alla fine non era poi così male. Il pensiero di uscire provocava insicurezza, stress e ansia da socializzazione. Riprendere i contatti con l’esterno è stato difficile, in alcuni casi anche a causa della paura per il contagio.
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Passato il panico, molti si sono resi conto poi, che le “capanne” in cui avevano passato il lockdown non erano adatte. Nel secondo trimestre del 2020 in Italia gli acquisti di case sono aumentati, in particolare da giugno, e i prezzi anche. Un dato inaspettato. Forse non troppo dato che ci siamo accorti della possibilità che la casa diventasse tutto il nostro mondo. Dai dati infatti, le abitazioni più ricercate del 2020 sono di metratura più ampia e si trovano in periferia o in campagna. Forse per assicurarsi una passeggiata in tranquillità nel caso di nuovo lockdown.
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