Cantò “Faccetta nera” in radio, chieste le dimissioni di Elena Donazzan

Molti hanno chiesto le dimissioni di Elena Donazzan, assessora all’Istruzione del Veneto, ma lei non ci sta: “Polizia del pensiero”.

elena donazzan veneto faccetta nera polemiche dimissioni
L’assessora Elena Donazzan (Facebook)

Continua a far discutere la partecipazione di Elena Donazzan, assessora all’Istruzione del Veneto, alla trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24. Durante la nota trasmissione condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo la donna, eletta tra le file della Lega Nord, ha cantato “Faccetta nera“. Per chi non la conoscesse si tratta di uno dei canti più diffusi del fascismo italiano, legato alle guerre coloniali in Africa.

Questa sua performance, giudicata da molti inopportuna e di cattivo gusto, rischia ora di costarle il posto in Regione. Molti consiglieri regionali di opposizione, tra cui il candidato presidente Arturo Lorenzon, hanno infatti chiesto le sue dimissioni. Il presidente della Regione Luca Zaia non ha commentato la richiesta di dimissioni, ma ha chiesto all’assessora di scusarsi pubblicamente per la sua uscita pubblica.

LEGGI ANCHE >>> Nuovo DPCM e visite ai parenti, Speranza conferma: “Non più di due”

Elena Donazzan all’attacco dopo le critiche: “Pulizia etnica del pensiero”

elena donazzan veneto faccetta nera polemiche dimissioni
L’assessora Elena Donazzan (Facebook)

Nelle ultime ore Elena Donazzan è stata al centro delle polemiche per la sua “performance” a La Zanzara, dove ha cantato il canto fascista Faccetta nera. L’assessora però non ci sta, e ha risposto duramente alle polemiche sollevate da moltissimi esponenti dell’opposizione in Consiglio Regionale. La donna infatti ha accusato i suoi detrattori di montare una polemica inutile mentre il Paese vive una profonda crisi economica e sociale.

Sembra però che le sue affermazioni sul fascismo non siano piaciute ai principali social network, che hanno oscurato i suoi profili su Facebook, Twitter e Instagram. La Donazzan non ha usato mezzi termini per commentare la vicenda, definendola una “pulizia etnica del pensiero“. Un’affermazione dai toni davvero forti, che probabilmente soffierà ancora sul fuoco delle polemiche.

Gestione cookie