Sono stati presentati i risultati della prima fase di sperimentazione del vaccino Reithera durante la conferenza stampa di presentazione del vaccino italiano.
La conferenza stampa è avvenuta all’ospedale Spallanzani di Roma ed è stata condotta da Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Giuseppe Ippolito, direttore Scientifico dell’INMI Spallanzani, Antonella Folgori, Presidente ReiThera, e Nicola Magrini, Direttore generale AIFA.
Si punta a sviluppare 100 milioni di dosi di vaccino per anno. A differenza del Pfizer, infatti, il vaccino è anche di più facile conservazione in quanto stabile ad una temperatura tra 2 e 8 gradi. Sono i dati comunicati dalla presidente dell’azienda Reithera, Antonella Folgore.
L’Italia punta a posizionarsi competitivamente sulla capacità di generare tecnologia biomedica sofisticata, contro paesi molto più grandi economicamente e territorialmente. Una produzione propria è un grandissimo traguardo per il nostro paese.
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Franco Locatelli in mattinata è intervenuto durante la trasmissione Agorà, su Rai 3, dove ha specificato che l’Italia è il secondo paese in Europa per numero di vaccinazioni fatte. Non c’è da cantar vittoria perché siamo ancora all’inizio, ma sicuramente siamo in una posizione positiva rispetto a tanti altri paesi, spiega Locatelli in tv.
Il vaccino non ha avuto alcun avvento avverso grave nei primi 28 giorni dalla vaccinazioni. I risultati sono di gran lunga migliori rispetto al vaccino Pfizer e Moderna, che contrariamente a quello italiano, hanno avuto effetti indesiderati.
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Altra innovazione è che il vaccino consisterebbe una sola dose, quindi non sarebbe necessario tornare in ospedale due volte per la somministrazione. Sarebbe una vittoria anche sul risparmio di aghi, per ovviare al problema delle siringhe che iniziano a scarseggiare. La piena efficacia e quindi la piena produzione di anticorpi rimane costante a 4 settimane.
“La situazione italiana è significativamente migliore rispetto a quella di altri paesi ma non vuol dire che possiamo allentare l’attenzione, ritenerci fuori pericolo o scongiurare una terza ondata” spiega ancora Locatelli al programma televisivo Agorà, “Allo stesso tempo però non dobbiamo creare allarmismi eccessivi perché l’Italia, pur avendo una circolazione sostenuta, non ha una curva epidemica fuori controllo“.
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