Bufera di polemiche contro il noto marchio di pasta “La Molisana”: nell’occhio del ciclone finisce una pubblicità decisamente controversa.
Il noto marchio di pasta “La Molisana” in queste ore sta affrontando una vera e propria tempesta di polemiche sui social. La sua ultima campagna pubblicitaria infatti ha fatto storcere ben più di qualche naso, visto il suo contenuto giudicato inappropriato e offensivo. La campagna aveva infatti modificato i nomi di alcuni formati di pasta, scegliendo nuove denominazioni che richiamano il passato coloniale italiano.
Così le Conchiglie diventano le Abissine, e vanno a fare compagnia alle Tripoline, alle Bengasine e alle Assabesi. Ad aggiungere benzina sul fuoco ci pensano le descrizioni dei vari formati, che parlano di pasta “dal sicuro sapore littorio”. In molti quindi hanno accusato l’azienda di voler celebrare e giustificare un momento storico buio per l’Italia, che andrebbe spiegato in altri contesti e non usato per fare marketing.
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#LaMolisana nella bufera per la «pasta dal sapore littorio». L’azienda: «Nessun intento di celebrare il fascismo» https://t.co/GvEGRPCkl9
— Leggo (@leggoit) January 5, 2021
La Molisana ritira la campagna dopo le polemiche
Il fuoco delle polemiche sulla campagna pubblicitaria della Molisana, che continua ad infiammare i social network, ha già avuto delle conseguenze serie. Il marchio ha infatti immediatamente ritirato la campagna pubblicitaria, affidando la propria replica alla responsabile marketing Rossella Ferro. La donna infatti ha sostenuto la completa buona fede dell’azienda, che non aveva nessuna intenzione di celebrare il fascismo o il colonialismo italiano in Africa.
L’azienda infatti aveva affidato le schede descrittive dei prodotti ad una società esterna, e nessuno avrebbe poi controllato il loro operato. Molti utenti sui social però non hanno apprezzato la spiegazione fornita dall’ufficio marketing del marchio, giudicandolo un tentativo maldestro di tamponare un errore madornale e grossolano. Per questo motivo alcuni utenti hanno lanciato una vera e propria campagna di boicottaggio per “sanzionare” uno dei pastifici più famosi d’Italia.