Chi è Ratko Mladic, ex comandante militare serbo bosniaco, condannato come criminale di guerra: il genocidio, il processo e la condanna.
Nato nel 1942 o nel 1943, Ratko Mladic è un serbo bosniaco ex comandante militare e condannato come criminale di guerra che guidò l’Armata Popolare Jugoslava prima e durante le guerre jugoslave. Nel 2017 è stato dichiarato colpevole di aver commesso crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia. Quel processo segnò la fine dell’esperienza del Tribunale, dopo 24 anni di attività. Ma come si giunse al processo e alla condanna?
Leggi anche –> Mario Paciolla: giallo in Colombia, omicidio o suicidio?
Dall’arresto alla condanna: le accuse a Ratko Mladic
Il 31 maggio 2011, Mladic, dopo l’arresto a Lazarevo, è stato estradato a L’Aia, dove è stato processato nel centro di detenzione riservato agli incriminati per reati gravissimi contro l’umanità. Il suo processo è iniziato formalmente a L’Aia il 16 maggio 2012 e si è concluso il 22 novembre 2017, dichiarandolo colpevole e condannandolo all’ergastolo. Membro di lunga data della Lega dei comunisti della Jugoslavia, la sua carriera militare ha inizio a metà anni Sessanta nell’esercito popolare jugoslavo (JNA). È diventato famoso nelle guerre jugoslave, inizialmente come ufficiale di alto rango dell’esercito popolare jugoslavo e successivamente come capo dello stato maggiore dell’esercito della Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina, nella guerra in Bosnia del 1992-1995.
È stato definito da alcuni media come il “Macellaio della Bosnia”. Già nel luglio 1996, venne incriminato in contumacia dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, trovando che c’erano ragionevoli motivi per credere che avesse commesso i presunti crimini e emesso un mandato di arresto internazionale. Su di lui venne messa una taglia di 5 milioni di euro da parte di Usa e Serbia, per chiunque avesse informazioni utili. Mladic riuscì comunque a rimanere in libertà per quasi sedici anni, fino appunto all’arresto. Durante il processo, che portò alla condanna all’ergastolo, venne ritenuto responsabile sia dell’assedio di Sarajevo che del massacro di Srebrenica.
Leggi anche –> Chi era Mario Paciolla, l’italiano morto in Colombia