La frase ‘infelice’ della deputata del Movimento 5 Stelle, Piera Aiello, testimone di giustizia: “Ebrei fortunati a morire ad Auschwitz”.
Una frase interpretata male o forse semplicemente una correlazione che non è stata del tutto chiara, fatto sta che la deputata del Movimento 5 Stelle, Piera Aiello, è finita nell’occhio del ciclone. La donna, 53 anni di Partanna, nel trapanese, ha una storia di vittima di mafia e testimone di giustizia che l’ha resa molto nota. Addirittura la BBC lo scorso anno l’ha inserita nella lista delle 100 donne più influenti al mondo. Ma chi è Piera Aiello e cosa ha detto esattamente?
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Chi è Piera Aiello e cosa ha detto
La parlamentare pentastellata è stata eletta nel 2018 alla Camera nel collegio uninominale di Trapani e Marsala, ma la sua vicenda inizia molti anni prima. A metà anni Ottanta, infatti, appena 18enne, è costretto a sposare Nicola Atria, figlio di un mafioso locale, Vito. Il suocero viene ucciso una settimana dopo il matrimonio, il marito sei anni dopo. Lei e la cognata, Rita Atria, che è poco più che una ragazzina, decidono a quel punto di collaborare con la giustizia e in particolare con il giudice Paolo Borsellino. Una settimana dopo la morte del pm antimafia nella strage di Via D’Amelio, Rita si uccide. La cognata decide di portare avanti la battaglia anche per lei.
Vive nascosta e con un’altra identità fino al 2018, quando si candida in Parlamento e viene eletta con il Movimento 5 Stelle. In queste ore, circola un video in cui la donna parla del suo ruolo di testimone di giustizia. Piera Aiello dice però una frase molto pesante, che lascia spazio a interpretazioni: “I testimoni e i collaboratori di giustizia vivono come se fossero in un campo di concentramento. Per questo motivo io sento molto vicina a me la giornata della memoria. Anche noi abbiamo il codice identificativo. Solo che gli ebrei deportati ad Auschwitz avevano la fortuna di morire. Noi invece moriamo ogni giorno”. Le sue parole hanno provocato un polverone.
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