Omicidio Marco Vannini: la storia di un delitto assurdo, il movente mai emerso e il processo d’Appello bis che inizia oggi.
Si apre oggi il processo di appello bis per la morte di Marco Vannini, il ragazzo di 20 anni di Cerveteri ucciso da un colpo di pistola sparato dal padre della sua fidanzata, un luogotenente della Marina militare di 48 anni, Antonio Ciontoli. I fatti avvennero il 17 maggio 2015 in un’abitazione di Ladispoli. In questi anni, tanti sono i punti oscuri della vicenda emersi e le omissioni da parte di chi probabilmente ha raccontato solo una parte della verità. Sul banco degli imputati, oltre a Ciontoli, sospeso dal servizio in seguito alla vicenda giudiziaria, ci sono anche la moglie Maria Pizzillo, e i figli Federico e Martina, quest’ultima appunto fidanzata della vittima.
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La storia del processo per la morte di Marco Vannini: la decisione della Cassazione e i nuovi elementi
Molte le polemiche legate a questo processo d’appello bis, che arriva dopo la decisione della Corte di Cassazione del 7 febbraio scorso, che ha annullato la prima sentenza d’appello, datata gennaio 2019. Come si ricorderà, in quell’occasione Antonio Ciontoli, condannato in primo grado a 14 anni, si era visto comminare appena 5 anni. L’accusa di omicidio era stata derubricata da volontario a colposo. Questo nonostante gli elementi di indagine che parlavano di un buco di circa due ore da quando venne esploso il colpo di pistola all’arrivo dei soccorsi. Tre anni erano stati dati agli altri coimputati di Ciontoli.
Ma cosa è cambiato prima di questo processo bis? Ci sono diverse testimonianze emerse, ad esempio. C’è poi l’intercettazione di Viola, la fidanzata di Federico Ciontoli, unica assolta nel processo, che parla con un’amica e rivela particolari inquietanti sulla custodia delle pistole all’interno della casa dell’omicidio. In ultimo, proprio qualche giorno fa, è emerso un audio ‘ripulito’, nel quale si sentirebbe Marco Vannini pronunciare queste parole: “Ti prego basta, mi fa male. Portami il telefono”. Oggi davanti al tribunale ci sono anche molti curiosi, che spiegano di essere lì per lo stesso desiderio che muove la mamma del giovane ucciso, Marina Conte. “Ci aspettiamo giustizia e verità per Marco”, ha detto la donna arrivando in Tribunale.
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